laboratorio di ricerca, ricercatrice che lavora al micrscopio

Uno speciale rivestimento per le celle solari sottomarine

Elena

laboratorio di ricerca, ricercatrice che lavora al micrscopio

Un nuovo rivestimento per celle solari sottomarine: protezione ed efficienza senza manutenzione

La ricerca sulle celle solari sottomarine ha fatto significativi progressi negli ultimi anni, aprendo nuove prospettive per l’utilizzo dell’energia solare negli ambienti marini. Tuttavia, queste tecnologie devono affrontare sfide specifiche: la capacità di catturare la luce nella gamma verde-blu dello spettro, la resistenza alla corrosione salina e all’umidità, e la prevenzione del biofouling, ovvero l’accumulo di microrganismi, alghe e altri organismi marini sulla superficie della cella, che può comprometterne il rendimento.

Un importante passo avanti in questo campo arriva dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Chimica e Biochimica dell’Università Tecnica della Danimarca, che hanno sviluppato un innovativo rivestimento per celle solari subacquee. La soluzione combina ossido di rame e ossido di zinco con un biocida organico e un materiale legante a rapida lucidatura, creando una protezione efficace contro il biofouling senza la necessità di interventi di pulizia meccanica.

Il nuovo rivestimento può essere applicato su substrati sottili, trasparenti e intercambiabili, permettendone la sostituzione continua. Questa caratteristica lo rende particolarmente adatto per l’uso su veicoli sottomarini autonomi alimentati a energia solare o su piattaforme di celle solari subacquee, garantendo una maggiore efficienza operativa e una durata prolungata del sistema.

Questa innovazione rappresenta un significativo passo avanti per l’integrazione delle energie rinnovabili negli ecosistemi marini, aprendo nuove possibilità per l’alimentazione sostenibile di tecnologie subacquee.


ipcm academy il Corso Completo per Tecnico dei Processi di Finitura Industriale delle Superfici

ipcm® Academy: il Corso Completo per Tecnico dei Processi di Finitura Industriale delle Superfici

Elena

ipcm academy il Corso Completo per Tecnico dei Processi di Finitura Industriale delle Superfici

ipcm® Academy è il settore formazione della rivista ipcm® – International Paint&Coating Magazine e si occupa della formazione e dell’aggiornamento di specialisti nella finitura industriale delle superfici. L’obiettivo è fornire le competenze necessarie per affrontare le sfide presenti e future del mercato, formando professionisti altamente qualificati.

Il Corso Completo
Il corso completo di ipcm® Academy è progettato per formare la figura professionale di Tecnico dei Processi di Finitura Industriale delle Superfici, inserita nel QRSP (Quadro Regionale degli Standard Professionali della Regione Lombardia) e riconosciuta a livello europeo. Questo percorso formativo rientra nella Formazione di Specializzazione e si articola in diverse giornate tematiche:

  • Corrosione: tecniche di gestione e prevenzione della corrosione nei processi industriali per aumentare la durabilità dei materiali.
  • Pretrattamenti: pratiche per il trattamento delle superfici prima della verniciatura per garantire adesione e resistenza.
  • Trattamento e depurazione acque: tecnologie per la corretta gestione delle acque reflue nei processi industriali di trattamento delle superfici.
  • Applicazione prodotti vernicianti in polvere: funzionamento, composizione e tecniche applicative dei prodotti vernicianti in polvere.
  • Applicazione prodotti vernicianti a base liquida: funzionamento, composizione e tecniche applicative dei prodotti vernicianti a base liquida.
  • Controlli: metodologie di controllo qualità nei processi di finitura industriale.
  • Metodi di controllo, strumenti e prove pratiche: corso teorico-pratico sugli strumenti di controllo e sulle metodologie di prova per garantire la qualità dei trattamenti superficiali.
  • ACET test e visita ai laboratori di Innovhub Milano: corso teorico-pratico sull’ACET test per le prove di corrosione accelerata, seguito da una visita al laboratorio “Pitture e vernici” di Innovhub Milano.
  • Impianti e attrezzature: caratteristiche degli impianti e delle attrezzature di verniciatura.
    Failure analysis, manutenzione e sicurezza: analisi del degrado del film di vernice e tecniche per la sua prevenzione. Attività di manutenzione di un componente o di un macchinario. Strumenti per una corretta prevenzione in materia di sicurezza.
  • Documentazione controllo processi, gestione investimenti e attività pratiche: gestione dei processi di trattamento superfici tramite documentazione accurata, controllo dei tempi e programmazione. Prove pratiche e redazione di documenti di gestione.

Mansioni del Tecnico
Il Tecnico dei Processi di Finitura Industriale organizza e gestisce le attività produttive per garantire protezione dalla corrosione e finitura dei prodotti, in conformità con gli standard di qualità e durabilità richiesti.
Le sue competenze includono:

  • Definizione dei processi di protezione e finitura più adeguati.
  • Omologazione e validazione dei processi produttivi e delle modalità applicative.
  • Verifica della congruità delle specifiche tecniche e dei cicli di lavoro.
  • Coordinamento della programmazione della produzione e dei controlli qualitativi.
  • Collaborazione con direzione, progettazione, produzione e manutenzione per la gestione di budget, investimenti e pianificazione strategica.

Esame Finale e Certificazione
Il percorso formativo si conclude con un esame scritto e orale, valutato da una Commissione composta da esperti del settore. In caso di esito positivo, il partecipante ottiene il riconoscimento ufficiale come Tecnico dei Processi di Finitura Industriale delle Superfici.

Due Sessioni Annue
I partecipanti possono scegliere tra due sessioni annuali, così da poter pianificare la loro formazione in base agli impegni personali e professionali. Per il 2025, le sessioni si terranno:

  • Da marzo a giugno
  • Da settembre a dicembre

Questo percorso formativo rappresenta un’opportunità unica per acquisire competenze avanzate nella finitura industriale delle superfici, un settore in continua evoluzione e sempre più strategico nell’industria manifatturiera.

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stampa 3D

Innovazione nella stampa 3D multi-materiale: nuove opportunità per l'industria automobilistica

Elena

stampa 3D

Un team di ricercatori della Tohoku University, in Giappone, ha compiuto un significativo passo avanti nella produzione additiva, realizzando il primo componente automobilistico multi-materiale attraverso la stampa 3D. Il prototipo, una torre di sospensione a grandezza naturale con una geometria ottimizzata, dimostra il potenziale di questa tecnologia per sviluppare componenti leggeri ma altamente resistenti.

La rivoluzione della stampa 3D multi-materiale
La produzione additiva di metalli consente di costruire oggetti strato dopo strato, utilizzando il calore per legare i materiali tra loro. Questa tecnologia permette di ottenere forme personalizzate, riducendo al contempo gli sprechi di materiale rispetto ai metodi tradizionali. Un aspetto particolarmente innovativo della stampa 3D è la possibilità di combinare materiali diversi in un’unica struttura, ottimizzando le prestazioni dei componenti. Ad esempio, unendo acciaio e alluminio, si possono ottenere parti automobilistiche più leggere senza comprometterne la resistenza.
Tuttavia, questa tecnica presenta alcune sfide. In particolare, nella combinazione acciaio-alluminio possono formarsi composti intermetallici fragili alle interfacce dei materiali, compromettendo la resistenza del componente. “I multimateriali sono un argomento di grande interesse nella produzione additiva per la loro flessibilità, ma bisogna affrontare il problema della fragilità in alcune combinazioni di metalli”, spiega Kenta Yamanaka, professore associato dell’Università di Tohoku.

Una lega acciaio-alluminio più resistente
Per superare questa criticità, i ricercatori hanno utilizzato la tecnologia Laser Powder Bed Fusion (L-PBF), una delle principali tecniche di stampa 3D per metalli. Modificando la velocità di scansione del laser, sono riusciti a ridurre la formazione di composti intermetallici fragili, ottenendo interfacce di legame più robuste. Questo risultato apre la strada a un utilizzo più ampio della stampa 3D multi-materiale nell’industria automobilistica e in altri settori dove la leggerezza e la resistenza dei componenti sono fondamentali.

“Abbiamo dovuto prima comprendere appieno il meccanismo di lega in situ”, commenta Seungkyun Yim, professore associato dell’Università di Tohoku, sottolineando l’importanza della ricerca.”

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Additive Manufacturing il 19 novembre 2024, segnando un importante traguardo nello sviluppo delle tecnologie di stampa 3D per applicazioni industriali avanzate.


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Regolamento Omnibus e normative ESG: il dibattito tra semplificazione e sostenibilità

Elena

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L’Unione Europea si appresta a ridurre gli oneri burocratici per le imprese con il Regolamento Omnibus, ma gli investitori avvertono: non bisogna compromettere le normative ESG (Environmental, Social and Governance). Questi criteri, fondamentali per garantire pratiche aziendali sostenibili, potrebbero subire un ridimensionamento che metterebbe a rischio gli obiettivi del Green Deal.

Un equilibrio delicato
La proposta della Commissione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, mira a semplificare le procedure amministrative per le imprese, intervenendo sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), sulla Tassonomia UE e sulla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D). Tuttavia, un gruppo di investitori istituzionali ha espresso preoccupazione per l’impatto che queste modifiche potrebbero avere sugli standard ESG.

Il rischio di un passo indietro
L’Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC), il Forum Europeo per gli Investimenti Sostenibili (Eurosif) e i Principles for Responsible Investment (PRI) hanno sottolineato come il Regolamento Omnibus possa compromettere l’integrazione dei fattori ESG nelle strategie aziendali. Secondo il consorzio, le norme di rendicontazione attuali sono essenziali per un’allocazione efficiente delle risorse da parte degli investitori. Per questo, l’unico ambito di revisione dovrebbe riguardare gli aspetti tecnici e le linee guida di implementazione, evitando di riaprire il quadro normativo nel suo complesso.

Il ruolo di Francia e Germania
A complicare il quadro, le pressioni esercitate da Francia e Germania, che chiedono una revisione delle normative ESG per proteggere la competitività delle imprese europee rispetto ai mercati di Stati Uniti e Asia. La Francia ha recentemente proposto una “sospensione massiccia” degli obblighi ESG per le PMI, mentre la Germania punta a rinviare di due anni l’entrata in vigore della CSRD.

La discussione sul Regolamento Omnibus e il futuro delle normative ESG è ancora aperta. La sfida sarà trovare un equilibrio tra la necessità di semplificare i processi burocratici e la volontà di mantenere elevati standard di sostenibilità per il futuro dell’industria europea.


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NIS2: A chi si applica e quali aziende sono coinvolte

Elena

nis2

Dal 16 ottobre 2024 entra in vigore in Italia la Direttiva NIS2, recepita con il decreto legislativo n.138/2024. L’obiettivo è rafforzare la sicurezza informatica di aziende e Pubbliche Amministrazioni, in linea con gli standard europei.

Settori coinvolti e soggetti interessati
La NIS2 amplia l’ambito di applicazione a 18 settori, tra cui energia, trasporti, finanza, sanità, infrastrutture digitali e Pubblica Amministrazione. Le organizzazioni vengono classificate in:

  • Soggetti essenziali: includono infrastrutture critiche con impatto diretto sulla sicurezza e sull’economia nazionale (es. energia, telecomunicazioni, banche, trasporti).
  • Soggetti importanti: settori che, pur essendo critici, non rappresentano un rischio immediato su larga scala (es. sanità, fornitura idrica, alimentare).

Obblighi per le aziende

  • Gestione del rischio: le imprese devono identificare vulnerabilità e implementare misure di mitigazione.
    Notifica degli incidenti: gli eventi critici vanno segnalati entro 24 ore alle autorità competenti, con un report dettagliato entro 72 ore.
  • Sicurezza della supply chain: monitoraggio dei fornitori e introduzione di requisiti contrattuali per la cybersecurity.
  • Formazione continua: aggiornamenti periodici del personale per prevenire attacchi informatici.
  • Governance della sicurezza: audit interni e responsabilità diretta del management nella supervisione delle politiche di sicurezza.

Scadenze principali

  • Entro il 28 febbraio 2025: registrazione sul portale ACN per le aziende interessate.
  • Da gennaio 2026: obbligo di notificare gli incidenti informatici.
  • Entro ottobre 2026: attuazione completa delle misure di sicurezza richieste.

Il mancato adeguamento alla NIS2 comporta sanzioni fino a 10 milioni di euro o al 2% del fatturato annuo globale per i soggetti essenziali, e fino a 7 milioni di euro o all’1,4% per i soggetti importanti. Conformarsi alla direttiva non è solo un obbligo normativo, ma un vantaggio strategico per la protezione aziendale e la competitività sul mercato.


Silos biometano stoccaggio. Esterno dell'edificio cielo blu con nuvole bianche.

Biometano in Italia: sfide e opportunità per una transizione energetica sostenibile

Elena

Silos biometano stoccaggio. Esterno dell'edificio cielo blu con nuvole bianche.

Il biometano si conferma una risorsa strategica per la transizione energetica in Europa, unendo sostenibilità ambientalesicurezza energetica e valorizzazione delle risorse locali. Tuttavia, l’Italia sta affrontando un percorso impegnativo per sfruttare appieno il potenziale di questa fonte rinnovabile.

Il ruolo del biometano nella decarbonizzazione
Il biometano è una delle soluzioni chiave per ridurre le emissioni di CO₂ nei settori industriali e dei trasporti. Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) prevede una produzione di 5,7 miliardi di metri cubi annui entro il 2030.
Attualmente, l’Italia è lontana da questo obiettivo: la produzione annua si ferma a circa 570 milioni di metri cubi. Secondo il rapporto Outlook Biometano 2024, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, il Paese conta 115 impianti di biometano collegati alla rete del gas, con una capacità produttiva totale di circa 67.000 Smc/h. Questi impianti sono distribuiti prevalentemente al Nord (77 impianti), seguiti da 13 al Centro e 25 al Sud.

Incentivi alla produzione: un meccanismo che fatica a decollare
Il Decreto Ministeriale del 15 settembre 2022 ha stanziato 1,73 miliardi di euro dal PNRR per sostenere il biometano tra il 2023 e il 2025. Tuttavia, le prime quattro aste competitive hanno mostrato limiti significativi:

  • Solo 176.000 Smc/h sono stati assegnati, successivamente ridotti a 122.270 Smc/h per rinunce.
  • La capacità aggiuntiva corrisponde a circa 1 miliardo di metri cubi annui, ben al di sotto degli obiettivi fissati.

Confronto con il contesto europeo
In Europa, il biometano è al centro delle politiche di transizione energetica grazie al piano REPowerEU, che punta a raggiungere una produzione annua di 35 miliardi di metri cubi entro il 2030.
Francia e Germania hanno già superato l’Italia in capacità produttiva, grazie a:

  • Modelli di incentivazione più efficaci.
  • Filiere consolidate per la produzione e distribuzione.

Sfide della filiera italiana
Il principale ostacolo per l’Italia è la riconversione degli impianti a biogas esistenti verso la produzione di biometano. Questo processo presenta sfide sia tecniche che economiche:

  • Difficoltà di accesso agli incentivi per gli impianti più piccoli o lontani dalla rete.
  • Competizione tra biogas e biometano: alcuni gestori preferiscono attendere nuove tariffe sull’energia elettrica, rallentando la transizione.

Verso una strategia condivisa
Con un approccio strategico e incentivi mirati, il biometano può diventare un pilastro della transizione energetica italiana, contribuendo a una crescita sostenibile e migliorando la competitività del sistema produttivo.


grafica piano transizione 5.0 legge di bilancio 2025

Transizione 5.0: le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025.

Elena

grafica piano transizione 5.0 legge di bilancio 2025

Con l’approvazione della Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024 n. 207), entrata in vigore il 1° gennaio, il Piano Transizione 5.0 riceve nuove modifiche che segnano un punto cruciale per le imprese italiane.
Tra incentivi, semplificazioni e cambiamenti normativi, il piano punta a rilanciare gli investimenti digitali e sostenibili, nonostante alcune difficoltà.

Le principali novità della Legge di Bilancio
La nuova disciplina semplifica il sistema delle aliquote per i crediti d’imposta.
In particolare:

  • Unificazione dei primi due scaglioni di investimento, con un’aliquota unica del 35% fino a 10 milioni di euro, che può salire al 40% o 45% in base alla riduzione dei consumi energetici.
  • Introduzione di incentivi per progetti innovativi realizzati dalle ESCo (Energy Service Companies), che ora possono accedere direttamente ai crediti d’imposta.
  • Maggiorazioni per gli investimenti in pannelli fotovoltaici di tipo a), b) e c), con aliquote rispettivamente al 30%, 40% e 50%, a supporto della filiera produttiva europea.

Nuove opportunità di cumulabilità
Le agevolazioni previste dal Piano Transizione 5.0 sono ora cumulabili con altri incentivi nazionali ed europei, come il credito d’imposta per le Zone Economiche Speciali (ZES) o per la Zona Logistica Semplificata.
Questo permette alle imprese di ottimizzare i benefici fiscali, purché rispettino il divieto di doppio finanziamento.

Incentivi fiscali e sostegno agli investimenti
Tra le misure più rilevanti:

  • Riduzione dell’IRES al 20% per le imprese che reinvestono almeno l’80% degli utili, di cui il 30% in beni 4.0 e 5.0.
  • Rifinanziamento della Nuova Sabatini, storica misura che sostiene l’acquisto di macchinari e tecnologie innovative.
  • Sostegno alla transizione digitale ed ecologica attraverso il Fondo 394/1981 di SIMEST.

Sfide e prospettive
Nonostante le opportunità, permangono alcune criticità. La riduzione del budget complessivo per i beni materiali potrebbe creare una corsa agli incentivi, mentre l’eliminazione del credito d’imposta per i beni immateriali penalizza gli investimenti in software e altre soluzioni digitali. Tuttavia, la Legge di Bilancio offre un quadro più strutturato, in grado di sostenere le imprese nella transizione verso modelli produttivi più sostenibili e digitalizzati.


Architettura green con struttura vetrate e alluminio

Australia investe 2 miliardi di dollari per un’industria dell’alluminio più sostenibile.

Elena

Architettura green con struttura vetrate e alluminio

 Lunedì 20 gennaio 2025, il Primo Ministro australiano Anthony Albanese ha annunciato un piano di investimento di 2 miliardi di dollari australiani (1,24 miliardi di dollari USA) per promuovere la transizione dell’industria dell’alluminio verso un futuro più verde. Il programma prevede incentivi per la produzione di alluminio con energia rinnovabile entro il 2036.

Albanese ha descritto questa iniziativa come un’opportunità strategica per creare posti di lavoro e garantire un futuro sostenibile all’Australia. “Abbiamo le risorse, i lavoratori e le competenze necessarie – non possiamo permetterci di perdere tempo,” ha dichiarato il Primo Ministro.

L’annuncio è avvenuto presso lo stabilimento di Tomago Aluminium, il principale produttore di alluminio del Paese e il maggiore consumatore di elettricità in Australia. Rio Tinto, azionista di maggioranza di Tomago Aluminium, ha accolto favorevolmente la decisione, definendola cruciale per sostenere le economie locali e rafforzare la posizione dell’Australia nell’economia globale. Kellie Parker, CEO di Rio Tinto Australia, ha sottolineato l’importanza del piano per garantire la competitività del settore in un contesto in cui le fonti energetiche tradizionali sono sempre meno vantaggiose.

Tomago Aluminium si è impegnata a utilizzare quasi esclusivamente energia rinnovabile entro il 2029, ma il CEO Jerome Dozol ha evidenziato la necessità di un sostegno governativo per affrontare i costi energetici elevati. La fabbrica di Tomago, che impiega oltre 1.000 persone, consuma il 10% dell’elettricità del Nuovo Galles del Sud, con costi energetici che rappresentano il 40% delle spese totali dell’azienda.

Il governo australiano mira a produrre l’82% dell’elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030, una priorità in vista delle elezioni generali del maggio 2025.


Mecspe banner fiera

Opportunità UCIF: ospiti di ALIT Technologies a MECSPE

Elena

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DAL 5 al 7 marzo 2025 lo stand di ALIT Technologies avrà un corner blu, dedicato a UCIF

“Abbiamo pensato a dare uno spazio dove vorremmo che tutti gli Associati UCIF si possano sentire come a casa. Siamo felici di poter ospitare l’Associazione e gli amici di UCIF che passeranno per in caffè, per un momento di ristoro e per incontrare altre persone “ ci ha detto con entusiasmo Loris Rossi, CEO di ALIT.

UCIF accoglie questa opportunità con estremo piacere, invitando a sua volta tutti gli Associati che potranno avere un punto di appoggio e riferimento allo stand ALIT Technologies e UCIF al Padiglione 22 STAND C50.

Per avere un biglietto gratuito scrivete a info@ucif.net

Vi aspettiamo!!


ANIMA promuove un incontro pratico per fare chiarezza sui costi energetici

Elena

ANIMA Confindustria Meccanica Varia organizza un incontro divulgativo pratico dedicato a uno dei temi strategici più rilevanti per le imprese: i costi energetici.
L’evento si propone di offrire una panoramica approfondita e qualificata su un argomento spesso oggetto di fraintendimenti e “sentito dire,” fornendo strumenti concreti per una gestione più ponderata e consapevole.

I costi energetici rappresentano una delle sfide più complesse per le aziende, con un impatto diretto sulla competitività e sulla sostenibilità economica. Per questo motivo, ANIMA ha scelto di approfondire la questione, guidando le imprese attraverso un approccio pratico che permetta di comprendere meglio le dinamiche e le variabili in gioco.

L’incontro si terrà il 4 febbraio 2025 dalle ore 15.30 alle ore 17.00 in modalità webinar.
La partecipazione è gratuita, ma è necessaria la registrazione obbligatoria attraverso il seguente link:
Webinar ANIMA: Il costo dell’energia
https://www.anima.it/agenda/eventi/webinar-anima-il-costo-dell-energia.kl

Non perdete questa occasione per acquisire conoscenze strategiche fondamentali, migliorare la gestione dei costi e affrontare con maggiore sicurezza le sfide energetiche del presente e del futuro.

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